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venerdì 17 dicembre 2010

LA DIMENSIONE LABORATORIALE: esempi di progetti


Nei precedenti post abbiamo già parlato dell’importanza dell’attività laboratoriale come metodo di lavoro. La domanda che spesso però ci si pone è “Come organizzare i laboratori a livello pratico?”. Spesso gli insegnanti sono preoccupati del carico di lavoro in più determinato dall’organizzazione di attività laboratoriali e anche dell’aderenza delle attività con il programma scolastico.
Potete osservare nel video un esempio di un’emozionante attività laboratoriale, il progetto la Macchina Del Tempo. Questo è un valido suggerimento che vuole essere da stimolo per gli insegnanti per “lanciarsi” in questo genere di attività. Innanzitutto vedendo l’entusiasmo di questi bambini certamente si capisce che l’eventuale lavoro extra che deve essere svolto sarà talmente gratificante da dimenticare la fatica, che sarà appunto ripagata. Inoltre, per quanto riguarda i Programmi ministeriali alcuni insegnanti affermano “Le varie materie curricolari hanno tratto spunto, rinforzo e motivazione da uno sfondo come la Macchina del Tempo che ha coinvolto alunni e insegnanti in un gioco piacevole e mai svelato secondo un tacito accordo” N. Cuomo, Verso una scuola dell'emozione di conoscere: Il futuro insegnante, un insegnante del futuro, Edizioni ETS, Pisa, 2007, pp. 116-7.
Ecco un esempio di riferimento alle indicazioni didattiche del programma di italiano: il progetto della Macchina del Tempo svolto in una classe II, i bambini hanno potuto produrre testi di vario genere (annunci, telegrammi, questionari, video-messaggi), fare descrizioni, narrazioni e rielaborazioni di testi. E’ stata certamente sviluppata la capacità di leggere, cioè capire il significato di testi scritti a fini diversi e saper ricercare e raccogliere informazioni. Inoltre, per le parole difficili hanno saputo ricavare il significato ragionando sul contesto o utilizzare il dizionario. Hanno inoltre scoperto che la lingua è mezzo per stabilire un rapporto sociale, consente di comunicare con gli altri e di agire nei loro confronti, è strumento di pensiero, veicolo attraverso cui esprimere l’esperienza razionale ed affettiva dell’individuo. (cfr. N. Cuomo, op cit., p. 118).

Se volete saperne di più potete consultare il seguente link.


"La dimensione laboratoriale inizia con un modo diverso di accogliere i bambini a scuola, un modo diverso di incontrarsi. (...) propone il gruppo come organismo che accogli per coinvolgere in un fare che è iniziato in attesa della tua venuta e che si evolve man mano che arrivano gli altri amici" N. Cuomo, Verso una scuola dell'emozione di conoscere: Il futuro insegnante, un insegnante del futuro, Edizioni ETS, Pisa, 2007, pp. 68-9. 

2 commenti:

  1. Ciao ragazze, sono un’insegnante di prima elementare non abilitata. Le mie esperienze sono ancora poche e spero di avere da voi alcune delucidazioni in merito alle mie difficoltà.
    In classe abbiamo un bambino che non è certificato, tuttavia abbiamo molte difficoltà a gestirlo poiché è iperattivo, interrompe spesso la lezione e non riesce a stare a sedere perché vorrebbe girare per la classe. La situazione è già stata segnalata sia ai genitori, sia alla dirigente e si stanno prendendo provvedimenti per intervenire. Intanto però, vorremmo almeno intervenire noi per fare in modo di integrarlo col gruppo classe. I bambini sono molto intolleranti nei suoi confronti, non lo aiutano e spesso lo colpevolizzano per essere rimasti indietro: “G. mi disturba” “G. ha fatto questo.” ecc. Nessuno vuole sedersi accanto a lui e nei lavori di gruppo lamentano che non riescono a lavorare. Noi cerchiamo di sensibilizzarli facendo capire loro che ha delle difficoltà e che bisogna rispettarlo. Cosa altro possiamo fare?
    Antonia

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  2. Cara Antonia,
    certamente la prima cosa da fare per integrare G. nel gruppo classe è avere un atteggiamento empatico nei confronti del bambino. Invece di sensibilizzare la classe con le parole, sarebbe bene dimostrare con i vostri comportamenti che accettate G. ad esempio avvicinandovi a lui e standogli vicino fisicamente. Se i bambini vedranno voi stargli vicine, pian piano prenderanno confidenza anche loro, eliminando quel sentimento di paura e rifiuto che adesso li pervade. E’ fondamentale non abbassare il livello di qualità delle attività, altrimenti la classe si sente di perdere tempo e ancora maggiore sarà il rifiuto nei confronti del compagno che verrà colpevolizzato di questo. Occorre studiare dei progetti che al contrario valorizzino la presenza di G. all’interno della classe. Si può pensare ad attività laboratoriali in cui ciascuno abbia il proprio compito e gli venga assegnato tramite un “cerimoniale”, ciò farà sentire G. responsabilizzato e allo stesso modo anche i compagni si renderanno conto dell’importanza del suo ruolo in quel lavoro.
    Quali sono le competenze di G.? In cosa riesce meglio? Sa maneggiare le forbici? Oppure sa disegnare? Cercate di sfruttare ciò in cui riesce, partendo da ciò che “sa fare” e dategli dei compiti che riesca a svolgere. G. con il tempo si sentirà lui stesso più a suo agio e probabilmente collaborerà più attivamente con i compagni.
    Buon lavoro e facci sapere come va!

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